E’ sorprendente scoprire come spesso la comprensione giunge da momenti difficili della vita, come l’impotenza di fronte a qualcosa che ci sovrasta, apra nuovi spazi.
Stamattina mi sono imbattuta in uno di questi momenti difficili.
L’incontro con situazioni che ci fanno soffrire e che si ripetono, come in un loop, rappresentano una delle maggiori fonti di sofferenza per l’essere umano, o almeno questo è ciò che io stessa sperimento.
Nel ritrovarci a terra, caduti di nuovo nello stesso meccanismo accade che non sappiamo che fare, proprio mentre sorge una fortissima esigenza a fare! Trovare una soluzione, cercare dov’è il problema, comprendere come evitare gli atteggiamenti di sempre. E questo ci fa entrare in una grande attività mentale e in uno stato di frustrazione.
Stamane ho visto che non solo cado nelle stesse situazioni, ma che in realtà non comprendo esattamente come, cosa effettivamente fa scatenare il ripresentarsi di situazioni, che a guardarle bene si ripetono. La tentazione a mettersi a pensare a cosa non va, a cosa dovrei “cambiare”, o semplicemente ad individuare il fattore scatenante è stata immediata. Il cattivo umore e la frustrazione determinati dal dimorare nella mente per cercare una “soluzione”, altrettanto immediato.
Poi andando in bagno: Eureka! La parola è arrivata: pazienza!
Non possiamo fare nulla per cambiare, e tantomeno per cercare il fattore scatenante che ci condurrà naturalmente al cambiamento. Non possiamo fare proprio nulla!
L’unica possibilità è osservare le nostre azioni, i nostri gesti, le nostre reazioni, solo osservare quanto ricadiamo nelle stesse situazioni e meccanismi, solo osservare.
E qual è l’ingrediente che ci permette di farlo senza sosta per tutta la vita?
La pazienza!
La pazienza è amore, amore verso sè stessi e verso gli altri. La pazienza è saper aspettare, è sospensione di giudizio. La pazienza dunque è amore puro, in quanto comporta il più grande regalo: il nostro tempo! E’ amore verso noi stessi in quanto ci diamo tempo, è amore verso gli altri, in quanto diamo tempo agli altri e diamo tempo alla vita stessa, a che possa svilupparsi secondo piani a noi ignoti.
La porta che mi ha condotto a tutto questo è stata contattare l’impotenza.
Contattare l’impotenza è disattivare la naturale propensione della mente a cercare soluzioni. E di solito è in questi momenti che fa capolino un’intuizione, in questi brevi momenti in cui la mente si da per vinta, o che semplicemente decidiamo di smettere per un momento di correrle dietro, ecco una comprensione che arriva. Per la semplice ragione che l’impotenza ci fa contattare il non fare, attraverso l’impossibilità di fare!
E la comprensione arriva, da sola, semplicemente ha trovato spazio libero, un pertugio attraverso il quale scivolare e aprirci a sua volta allo spazio della coscienza. Uno spazio senza giudizio, uno spazio in cui poter osservare nel senso più puro del termine, e nell’unico senso utile alla nostra evoluzione interiore: osservare, senza giudizio, con pazienza e amore!
Solo così possiamo piano piano cogliere i fattori scatenanti che ci portano a situazioni di sofferenza, senza forzare, che già di per sé è frequentare sofferenza!
Con pazienza affrontare il ripetersi dei meccanismi, con pazienza osservarsi, con pazienza attendere il tempo della comprensione.
Solo con la pazienza, ovvero con l’amore, può avvenire la trasformazione!