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Proviamo in questo articolo a comprendere perché

siamo indispensabili?

L’indispensabile è ciò che non può essere diverso da cosi’ com’è, ciò di cui non si può fare a meno. Osservando dalla finestra dell’indispensabilità, ciò che ci circonda e ci accade quotidianamente, si scorge immediatamente il potenziale che questo semplice concetto racchiude e indica.

L’indispensabilità osservata dal punto di vista dell’ego è un concetto che sembra non lasciar scelta e che sembra socchiudere le porte di ciò che percepisce come libertà, allo stesso tempo, l’ego non lo accetta perché ne vede la grandezza e riflettendocisi non può che costatare la sua scarsa consistenza e la sua piccolezza.

“Tutti sono utili e nessuno è indispensabile” è il motto dell’ego che guarda verso l’esterno e mai verso se stesso, nell’ osservare se stesso non percepisce la propria indispensabilità ed è costretto a ridurre l’ altro e la vita a qualcosa di funzionale, utilitario e sempre sostituibile. Come cambierebbe ciò che lo sguardo coglie se il motto fosse: “Tutto è indispensabile, anche quando non percepiamo l’ utilità”.

Percepire l’ indispensabilità permette di vedere la dualità con un unico sguardo.

Per vedere la dualità con un unico sguardo sei fuori, e quando sei fuori sei nella coscienza. Percepire l’indispensabilità allarga lo sguardo permettendo di cogliere l’ ampiezza degli orizzonti e delle connessioni tra persone, cose e situazioni.

Percepire l’indispensabilità offre la possibilità di guardare la creazione nella sua totalità, nella sua ampiezza e profondità.

Quando guardiamo al passato, al presente o al futuro con gli occhi dell’ indispensabilità, indipendentemente da dove si posi lo sguardo, li si coglierà come un unico tempo.

Percepire l’indispensabilità amplia la coscienza, percepire l’indispensabilità è vedere con gli occhi della coscienza, della natura e della vita; percepire l’indispensabilità è percepire coscienza, natura e vita come un unica cosa, come un unico punto di vista formato da migliaia di occhi.

Innanzitutto mi piacerebbe specificare il perché ci tengo che questo punto di vista possa essere il punto di vista di altre persone. L’essere umano ha la necessità di vivere la vita in modo più leggero, uscire dal senso di colpa che lo sovrasta, dal sentirsi sbagliato e quindi cercare il cambiamento, comparandosi a ciò che vede all’esterno. Ha la necessità che la sofferenza che vive sia qualcosa di più e non solo sofferenza, ha la necessità di “giustificare” i disagi che vive, in modo che già più non si chiamino disagi.

Ormai da qualche tempo siamo alla ricerca esterna di modelli da seguire, perché è viva in noi l’idea che ciò che siamo non è ciò che vorremmo essere, e questo perché siamo cresciuti con il peso dei nostri traumi, dei nostri condizionamenti. Non siamo stati in grado di utilizzare le esperienze della nostra vita a nostro favore, distaccandoci da esse e imparando osservando come fossimo esterni all’accaduto. Ci siamo intrappolanti nel vissuto, caricandoci di colpa e paura di sbagliare e di essere sbagliati. Stiamo vivendo con l’idea che la vita si ripete, si ripetono gli sbagli e le situazioni e per questo dobbiamo cambiare.

La ricerca del cambiamento si sviluppa sul non riconoscimento di ciò che siamo, di ciò che portiamo e di ciò che stiamo prendendo; più semplicemente di quanto siamo indispensabili verso l’esterno e quanto l ‘esterno lo è per noi. 

Non siamo utili, siamo indispensabili. 

Siamo utili nel caso pensiamo che dobbiamo fare qualcosa per gli altri, quando ci adoperiamo ad aiutare gli altri, quando siamo li, in attesa di una richiesta dell’esterno per correre e aiutare il nostro prossimo. Qui sì, siamo utili, utili come può essere uno strumento, viviamo esclusivamente nella materia, e come materia, siamo lo strumento di altri, vivendo nell’illusione che questo è, essere altruista. Magari facciamo anche cose importanti per l’umanità, combattiamo per il benessere comune, combattiamo per l’inquinamento o per i bambini che stanno morendo di fame; ci stiamo conquistando le medaglie, per riempire quel vuoto della nostra incomprensione di ciò che stiamo realmente facendo qui in questa vita. Ci conquistiamo il sentirci utili agli altri, con molta fatica e sacrificio, ma almeno Noi qualcosa facciamo.

Tutto questo deriva da un senso di colpa impiantato dal sistema in cui viviamo, che ci sprona ad essere in un certo modo, classificandoci in bravi e cattivi. In realtà la vita è molto più semplice di quello che crediamo, siamo indispensabili agli altri senza dover far niente, senza dover essere utile, semplicemente perché viviamo, siamo indispensabili.

Vivendo entriamo a far parte di una catena invisibile che ci lega e che ci tiene uniti, e dove ogni cosa è unita, non solo siamo uniti tra esseri umani, ma siamo uniti con la natura, con tutta la creazione, anche se questa catena non riusciamo a vederla e tanto meno a sentirla, come ne avremmo bisogno. È quest’unione che ci fa essere indispensabili gli uni verso gli altri. Fin qui cose sentite e risentite ma con poca concretezza.

Qual è questo legame che ci permette di essere unici e indispensabili?

Noi viviamo la nostra vita attraverso ciò che percepiamo dai nostri sensi e quindi ciò che percepiamo dall’esterno. I nostri sensi sono quelli che ci permettono di vedere sentire, odorare, toccare e udire il mondo; attraverso di essi creiamo idee, pensieri, sensazioni, emozioni, sentimenti e quindi tutto ciò che appartiene all’essere umano.

Che cosa saremmo senza i nostri sensi? Semplicemente l’essere umano non esisterebbe. I nostri sensi sono uniti e legati al tempo, e il tempo è ciò che ci permette di percepire questa esistenza.

Tornando a noi e al fatto che siamo indispensabili per gli altri, è tutto molto semplice tutto, siamo indispensabili perché attraverso la nostra esistenza l’altro percepisce e di conseguenza vive. Siamo indispensabili perché solo noi in quel momento possiamo fargli percepire ciò che percepisce da noi, nessun altro può dargli quello.

Non siamo sostituibili, siamo unici, siamo indispensabili, siamo al servizio degli altri.

Siamo qui in questo dato momento, perché è qui che dobbiamo essere, e in questo qui stiamo dando un servizio unico all’esterno, semplicemente perché ci siamo, e cosi come siamo. Tutto ciò che prendiamo dall’esterno, ci permette di vivere in questa forma; quando ci svegliamo al mattino, iniziamo a vedere, sentire, odorare, udire e toccare la vita della nuova giornata, e se siamo attenti, possiamo accorgerci che ogni istante è indispensabile e unico per noi.

Ormai diamo per scontato i nostri sensi e non ci godiamo la vita, non la viviamo come dovremmo e rimaniamo legati a ciò che è già passato, incastrati in ciò che è già stato vissuto. Se iniziamo a leggere la vita dall’indispensabilità, non siamo più soli ad affrontare ciò che stiamo attraversando.

Qualsiasi cosa viviamo, la viviamo perché l’esterno ce ne da’ la possibilità. L’esterno ci dà la possibilità di utilizzare i nostri sensi, che vivono e creano emozioni, che vivono e creano i nostri pensieri, che vivono e creano il nostro sentimento che vive e crea la nostra realtà.

Con l’indispensabilità tutto è unito legato, niente è individuale e la nostra incompresa vita diventa essenziale per la vita di ciò che ci circonda. Parlando d’indispensabilità, parliamo d’istanti, di presente, non parliamo di passato o futuro. Non cadiamo nel sentirci indispensabili per qualcuno in particolare, l’indispensabilità non è legata alla sopravvivenza di qualcuno o qualcosa di esterno. Questo perché, sia la presenza sia l’assenza sono indispensabili alla percezione di qualcosa.

Esserci o non esserci è essere indispensabile.

Immaginate una situazione, e provate a immaginare quanto può essere indispensabile la vostra presenza, quello che viene visto di voi, dall’ aspetto fisico a ciò che trasmettete, al vostro umore, al vostro vestito, al vostro silenzio, al vostro parlare, al vostro malessere ….immaginate quanto la vostra presenza sia indispensabile ad attivare la catena interna di percezione/creazione realtà.

E adesso che avete potuto vedere quanto siete influenti in questa situazione, immaginate la vostra assenza, e quanto anche questa possa modificare ciò che accade internamente ad ognuno. Quindi possiamo dire, di essere indispensabili, influenti, manipolatori, fondamentali, essenziali, necessari ecc.… sia con la presenza, sia con l’assenza.

L’indispensabilità è da mettere in azione e osservarla in tutte le cose della nostra vita,

così da no fermarci più esclusivamente nel nostro piccolo mondo e iniziare a vivere insieme a tutta la creazione e pian piano far si che la catena che ci unisci è sempre più palpabile e concreta per noi.

Chiaramente potrei scrivere all’infinito su questo argomento, portando esempi e situazione, ma credo di essere stato sufficientemente chiaro a me stesso, in modo che anche io possa continuare a rimanere aggrappato a questa catena che ho iniziato a vedere. Allo stesso tempo ho piacere che quest’argomento possa essere ampliato con altre percezioni, altri punti di vista, in modo che questa visione possa essere riconosciuta e alleggerire l’esperienza umana.

Lino Vitolo – Lorenzo Coppi