LE ERBE SPONTANEE DALLA PREISTORIA AI GIORNI NOSTRI

Fin dalla preistoria, l’essere umano è sempre vissuto a stretto contatto con l’ambiente che lo circondava, dipendendo da esso per quanto riguarda alimentazione, salute, e tutto ciò che riguarda la sua vita. La nostra relazione con le piante è una delle più antiche di cui abbiamo memoria. Prima dell’avvento dell’agricoltura i nostri antenati utilizzavano ciò che trovavano in natura, così, come gli veniva donato.

Con l’agricoltura, abbiamo cominciato a trasformare ciò che la natura ci dava, selezionando varietà e specie di piante a seconda della loro produttività, gusto, comodità di coltivazione e trasformazione. Le abbiamo, insomma addomesticate. Questo processo è stato importantissimo per la nostra sopravvivenza: se possiamo oggigiorno mangiare frutti dolci e verdure squisite, lo dobbiamo al lavoro enorme di generazioni e generazioni di contadini, che con infinita pazienza hanno selezionato la frutta e gli ortaggi che sono arrivati fino a noi.

Ciò nonostante, la raccolta di erbe spontanee rimane una pratica molto importante da conoscere e praticare, e soprattutto da non dimenticare.

Infatti, nei periodi di guerra o carestia, le persone si sono salvate grazie alla loro conoscenza di queste erbe. La raccolta delle erbe ci avvicina alla natura, ci aiuta ad essere più in contatto col mondo che ci circonda. È una pratica semplice, che dà molta soddisfazione, che piace ai bambini, che può essere fatta in gruppo e, soprattutto, cibarsi di erbe spontanee apporta principi nutritivi di qualità superiore rispetto a quelli che possiamo trovare in qualunque verdura coltivata.

Questo perché la pianta che cresce in un ambiente coltivato, non ha bisogno di lottare molto per rimanere viva: il contadino le prepara il terreno per una crescita ottimale. Viceversa, in un ambiente meno ottimale le piante devono sviluppare caratteristiche per difendersi dal freddo, dalla siccità, per farsi largo in un terreno povero o indurito. Per far ciò, esse sviluppano sostanze come vitamine, antiossidanti etc. in quantità molto superiore rispetto agli ortaggi.

Sono ottime, ad esempio, per depurare il fegato grazie al loro sapore amaro, e moltissime erbe depurative crescono proprio a fine inverno-inizio primavera, momento che nella medicina cinese è collegato al movimento del legno e al fegato, e momento in cui tutti i popoli tradizionali praticavano digiuni per depurare proprio questo organo. Inoltre, le erbe spontanee regalano ai nostri piatti sapori antichi, a cui non siamo più abituati, e sono un simpatico ingrediente con cui sbizzarrirsi in cucina.

Tra gli usi che facevano delle erbe I nostri antenati troviamo:

  • Uso culinario: alcune erbe più comuni sono il tarassaco, la cicoria, la cicerbita.
  • Uso medicinale: alcune di queste erbe sono molto conosciute ed utilizzate anche al giorno d’oggi, come il tiglio, la menta, l’eucalipto.
  • Uso tintorio: caduto in disuso, ma di gran importanza fino a un secolo fa o poco più. Tanto che i costumi tradizionali contadini. cambiavano di colore a seconda delle erbe più comuni della zona. I più famosi sono il guado (blu), la Reseda (gialla) e la robbia (rossa).
  • Altri usi: artigianale, ludico, rituale.
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